ARCHIVIO COMUNICATO STAMPA
Romamor Mostra di Anne e Patrick Poirier  
  dal 1 marzo 2019 al 12 maggio 2019
Villa Médicis - Académie de France à Rome
 

A Villa Medici la prima mostra monografica, curata da Chiara Parisi,  di Anne e Patrick Poirier. Da più di quattro decenni, gli artisti Anne e Patrick Poirier sono gli esploratori di un universo singolare. È la prova del tempo, le tracce e le cicatrici del passaggio di instanti, la fragilità di ogni costruzione umana e la potenza delle rovine antiche o recenti, che nutrono la loro creazione che prende la forma di un’archeologia parallela abitata da una melodia inquieta e immaginativa. Le loro città misteriose, ricostituzioni archeologiche o immaginarie, il fascino delle rovine, la loro interrogazione sui giardini – tra cui quello patrimoniale di Villa Medici - l’unione tra opere storiche e progetti in situ, sono alla fonte della grande mostra monografica che attraversa Villa Medici, dalla cisterna romana alle sale espositive fino all’Atelier Balthus. Si tratta sia di archeologia del futuro che della traccia di una civilizzazione antica, i tempi si confondono. Come il passato, il futuro è fragile e può scomparire nel caos.

 

Anne Poirier è nata nel 1941 a Marsiglia, Patrick Poirier nel 1942 a Nantes.

L’uno e l’atro sono entrati molto presto a contatto con la violenza distruttrice della storia: Anne ha assistito ai bombardamenti successivi del porto di Marsiglia mentre Patrick ha perso suo padre durante la distruzione del centro di Nantes, bombardata dagli americani nel 1943. Laureati del Grand prix de Rome nel 1967 dopo avere studiato presso l’Ecole nationale supérieure des arts décoratifs, Anne e Patrick Poirier soggiornano a Villa Medici dal 1967 al 1972 – all’epoca di Balthus – e scoprirono nella memoria architetturale di Roma i frammenti metaforici del loro destino. Decidono di condurre insieme la loro avventura artistica iniziando un lavoro in collaborazione che li conduce a co-firmare le loro opere. La loro prima grande creazione, una maquette immaginaria in terra cotta della città antica di Ostia (1972), materializzata in grande formate, il ricordo delle loro peregrinazioni nella città romana, diventata uno spazio di scavi archeologici. Da quell'epoca, i loro sforzi per cercare le tracce di una storia passata li conducono soprattutto all'esperienza cruciale di una mancanza, di una perdita. Tra le opere più recenti: Danger zone (2001); L'âme du voyageur endormi (2004); La fabbrica della memoria (2006); Il labirinto della memoria (2007), installazione di specchio progettata per il Festival Filosofia e l'atrio del Palazzo dei Musei di Modena.

 

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